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chi salva un bambino salva il mondo intero

VERSO IL 27 LUGLIO    

Si avvicina il 27 luglio, un data che forse non dirà nulla a chi segue le vicende della guerra in Ucraina sulle pagine delle “fonti autorevoli” della stampa italiana.

Il 27 luglio è una delle date più importanti per tutti noi: la Giornata del Ricordo dei bambini vittime della Guerra del Donbass

Ad oggi i bambini vittime della guerra contro la popolazione civile iniziata nel 2014 assommano a 319 morti e 1.234 feriti. Di questi moltissimi i bambini mutilati.

A questi vanno aggiunte le vite di bambini sconvolte dagli eventi bellici – circa 25mila – e le vittime delle armi occidentali nelle Regioni della Federazione Russa – 51 bambini morti e 272 feriti. Numeri incerti, approssimati per difetto.  

La Giornata è stata istituita a ricordo del 27 luglio del 2014 quando un bombardamento ucraino sulla città di Gorlovka dilaniò i corpi di una giovane mamma, Kristina che teneva tra le braccia la figlioletta di pochi mesi, Kira, mentre passeggiavano nel parco cittadino.

Le foto che allora circolarono (ancora visibili sul web), mostrano i loro corpi scomposti nell’erba, anneriti e dilaniati da una morte atroce. Si iniziò subito ad attribuire a Kristina la definizione di “Madonna di Gorlovka”: una moderna “Pietà” per il materno istinto nel difendere dalla morte la propria creatura con le braccia. Gli autori di questo mostruoso crimine, come delle migliaia di crimini di guerra successivi, sono rimasti impuniti. Coperti dalle “democrazie” dell’Occidente

E da quella morte terribile, dopo oltre undici anni sotto le bombe, abbiamo assistito all’ultimo omicidio che ancora abbiamo sotto gli occhi pieni di lacrime: Tolja, il bambino di 5 anni di Kursk che un drone ucraino ha ucciso sulla spiaggia della sua città in una giornata di festa: la festa della famiglia, lo scorso 9 luglio.

Tolja si era gettato, a cinque anni, sul corpo della sua mamma per proteggerla, salvarla dal drone che aveva visto arrivare e lo aveva intenzionalmente puntato.

Una guerra, quella in Donbass, Ucraina e Russia, che ha raggiunto vette di disumanità assolutamente impensabili, in cui si utilizza massicciamente la tecnologia per ammazzare civili e bambini come fosse un film di Hollywood, come fosse un videogame

Sono centinaia di migliaia ad oggi i bambini che in Donbass, nella loro breve vita, non hanno mai potuto vivere un solo giorno di pace.

Anche quest’anno deporremo a loro ricordo un mazzo di fiori al parco “Bambini di Beslan” di Rovereto perché chi ventuno anni fa individuò una scuola come obiettivo militare, che armò la mano che compì la strage dei Bambini della Scuola n. 1 della cittadina osseta, l’efferato crimine contro l’umanità intera, è la stessa che dal 2014 semina morte e disperazione nel Donbass, in Ucraina e nelle Regioni di confine della Russia.

Oggi l’Occidente è pervaso da una mortifera voglia di guerra. Oggi nessuno in Europa può parlare di pace, nessuno può lavorare per la pace ed il dialogo. Ogni tentativo di Pace viene violentemente impedito, ogni parola contraria alla guerra zittita.

Una immensa vergogna. Ma la vergogna ancor più grande sta nel fatto che l’Occidente continua a “pompare” di armi il regime di Kiev, armi con le quali l’esercito ucraino colpisce i civili del Donbass e della Russia. Azioni che certamente non costruiscono la pace.

Ogni giorno non sull’esercito russo ma sulle città del Donbass, le città russe delle regioni di confine in maniera volutamente indiscriminata cadono le bombe, cadono su obiettivi civili voluti e cercati: abitazioni private, asili, ospedali, scuole, chiese …

Noi ricordiamo le parole del “Dottor Liza”: “Io non sono schierata da nessuna parte, io sono schierata dalla parte di bambini feriti e indifesi che per qualche ragione sono lasciati senza aiuti e assistenza”

Ma da una parte si, siamo schierati da sempre: dalla parte della verità e della giustizia!

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