
Chi è un bambino ? Non serve prendere il dizionario per saperlo. Basta guardare i visi dei bambini del Donbass ai quali dal 2014 hanno rubato l’infanzia nei quotidiani bombardamenti, sono stati uccisi, feriti e mutilati dalle bombe “democratiche”, anche italiane o i bambini di Ucraina ai quali Kiev non permette di crescere in pace e nella sicurezza sociale, che li prepara a diventare carne da cannone. O l’immenso, indescrivibile orrore di Gaza che entra in tutte le nostre case come spot dei nostri “politici” che dopo anni di profondo, ipocrito silenzio, all’improvviso hanno iniziato a gridare al genocidio unicamente per cinica convenienza elettorale. Per far tacere lo sdegno popolare.
Per questo è inaccettabile, totalmente inaccettabile, la frase di un miserrimo rappresentante di un’associazione amica di uno stato massacratore che ha offeso l’umanità intera, oltreché noi che i bambini li aiutiamo da venticinque anni, con una domanda che se fosse stata pronunciata in tedesco, avrebbe riportato il mondo indietro ottant’anni fa, nelle angosciose, nebbiose e gelide lande polacche.
Una lenta, inesorabile, indegna discesa negli inferi dell’inumanità che ha portato a poter diffondere, in televisione, quella domanda che da giorni rimbomba in ogni orecchio di chi ancora è umano: “definisci un bambino”.
Una frase che si è potuta esprimere dal non aver considerato bambini i bambini del Donbass, dal non aver considerato bambini i bambini di Ucraina, nell’aver taciuto per due interi anni sul macello genocida dei bambini di Gaza.
La politica tutta, le istituzioni del paese della sempre evocata e mai praticata “Resistenza”, da anni hanno prodotto il vuoto culturale, lo sfacelo umano che oggi appare sempre più chiaro a tutti. Dal 2014 per servaggio, per ignoranza, per supponenza, per conformismo, per mantenere le tante prebende della propria “cadrega” quasi tutti hanno taciuto, nascosto il dramma ucraino. Taciuto e nascosto il suono cupo dello scarpone chiodato che oggi ancora risuona in Europa, delle fiaccolate degli “eroi”, criminali della II guerra mondiale assurti ad eroi nazionali. Steso una cappa di pesante censura sull’informazione vietando concerti, pubblici dibattiti, sale per filmati, racconti, testimonianze.
Ma non è certo l’ultimo scalino. La UE chiede ogni giorno armi, chiede guerra, anela al sangue dell’ “ultimo europeo”. La propaganda guerrafondaia disegna nemici inesistenti, propone scenari di guerra costruiti “ad hoc” allo scopo di far crescere in Borsa le azioni delle aziende multinazionali della “difesa” inzuppate di soldi investiti dai Fondi americani.
Nel Boris Godunov, Pushkin fa chiudere il dramma con «Il popolo tace». Il mutismo finale rappresenta quasi un presagio di sventura: il periodo di instabilità è appena iniziato.
Ma a differenza del popolo russo che nei secoli, nonostante sia stato schiacciato, vessato ed umiliato, ha poi sempre trovato la capacità di piegare la storia alla sua volontà, di rinascere, noi non potremo più dire “O Francia o Spagna”.
Ed un immenso velo di ignavia e di vergogna ci coprirà, affogandoci.
Aiutateci a Salvare i Bambini ODV

